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Tutti i buoni motivi per smettere di fumare

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A chi ben osserva, il fumo non ha forma, ma si trasforma e diviene, si insinua sottilmente e cambia, svanisce e continua a lavorare. Subdolamente va ad intaccare il corpo, la mente, il portafoglio, fino al macrosistema dell’economia mondiale.

Ma veniamo al bollettino di guerra: – Chi inizia a fumare nell’adolescenza porta al 50% le probabilità di morire per malattie legate al tabacco, riducendo la propria aspettativa di vita di una ventina d’anni rispetto alla longevità media. Il 20% delle morti in Italia sono da attribuire agli effetti del fumo.
La nicotina è considerata droga per l’organizzazione mondiale della sanità.

Ogni sigaretta regala al nostro corpo ben 5 mila sostanze dannose (a volte irreversibili) su organi vitali, trattasi di:

– Sistema circolatorio e cuore: riduzione dell’ossigeno con conseguente rischio di infarto e ictus. 25% di probabilità in più di avere malattie cardiovascolari. Difficoltà per la circolazione: il cuore batte più velocemente e la pressione arteriosa si alza.- Apparato respiratorio: il fumo è responsabile del 90% dei casi di tumore delle vie respiratorie. Provoca bronchite cronica ed enfisema.
– Sistema nervoso: la nicotina produce dipendenza e induce il fumatore ad aumentare costantemente la dose.
– Tumori: favorisce il cancro al polmone, alla vescica, all’esofago, al rene, al pancreas, a collo e corpo dell’utero.
– Articolazioni: le donne che fumano per oltre 20 anni rischiano un 39% in più della media di sviluppare l’artrite reumatoide.
– Sessualità e fertilità: oltre a minare la fertilità, alcuni studi rintracciano nel fumo la causa di vari casi d’impotenza.

Ma il fumo ha anche la capacità tutt’altro che illusionista di trasformarsi in denaro. Nel 2004 in Italia, il giro d’affari è stato di 11.350 milioni di Euro, per un totale 5 miliardi di pacchetti venduti. La Philip Morris controlla il 60% del mercato, l’Ente tabacchi italiani il 32%, ricavando 8.000 400 miioni per le varie tasse sul tabacco.
La Philip Morris ha un fatturato di 75 mila milioni e ne produce 10 mila di utili netti.
La Marlboro genera vendite per 25 mila milioni.
I 58 mila tabaccai italiani incassano meno di 2 mila 300 milonii.
Le spese sanitarie annue per il tabagismo ammontano a 8 mila milioni, che salgono a 25 mila per i costi sociali (perdita di ore di lavoro, insorgenza di malattie croniche, terapie riabilitative, ecc.).

E poi c’è l’altro capitolo del contrabbando, il cui giro d’affari ammonta a circa 4 mila milioni e il cui giro di morte è vario e incalcolabile.
Il fumo è entrato nella cultura, nello sport, nella moda e nella politica con una rete di sponsorizzazioni (ad esempio Yamaha e Ferrari) che scavalcano le restrizioni sulla pubblicità diretta, portando il nome alla ribalta con i vincenti.
Ma non manca neppure il coinvolgimento del mondo culturale e il contatto diretto con i politici: la Philip Morris è tra i finanziatori dell’associazione italianieuropei, fondata da Carlo Azeglio Ciampi e presieduta da Massimo D’Alema.
E per chi si sente solo, lo conforti il seguente dato: i fumatori sono 14 milioni, di cui il 46% cronici con la loro dose di 10/20 sigarette al giorno.
A tutti coloro che desiderano correre ai ripari, ma che nei vari tentativi di smettere vengono colti da crisi d’astinenza diamo, di seguito, alcuni suggerimenti sui metodi più validi.

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